Disturbi specifici di apprendimento

Che cosa sono

“I Disturbi dell’Apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo, o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione, e al livello di intelligenza. I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo, o di scrittura” (DSM-IV, APA, 1995).

Sulla base di quanto detto i disturbi specifici di apprendimento sono suddivisi in:

Disturbo specifico di lettura > dislessia evolutiva

Disturbi specifici di scrittura > disortografia e disgrafia

Disturbi specifici del calcolo > discalculia

Si potrebbe poi aggiungere il disturbo della comprensione del testo, che in questa sede non verrà trattato.

Nella definizione proposta emergono, più o meno chiaramente, alcuni dei punti che andremo ad analizzare per capire cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento o DSA:

  1. disturbi dominio specifici
  2. grado clinicamente significativo di compromissione
  3. disturbo evolutivo e non acquisito
  4. intelligenza normale e assenza di altre condizioni che da sole possano compromettere l’acquisizione delle abilità

Iniziamo con un punto che non appare subito chiaro nella definizione del DSM: tali disturbi sono dominio-SPECIFICI, riguardano cioè solo alcune abilità come appunto la lettura, la scrittura, il calcolo mentre risulta adeguato il funzionamento intellettivo generale.

Il bambino con DSA infatti ha un intelligenza nella norma (punto 4), non presenta ritardo generale di sviluppo, né deficit neurologici o uditivi o visivi che siano sufficienti da soli a compromettere la normale acquisizione delle suddette abilità. Le difficoltà del bambino non devono neanche dipendere da fattori esterni come svantaggi socio-culturali, problemi familiari e/o emotivi.

Pertanto il primo criterio utile alla diagnosi di DSA è quello di discrepanza tra l’intelligenza generale e l’abilità specifica, ovvero i risultati ottenuti dal bambino sono molto inferiori a ciò che ci si potrebbe aspettare da lui. Come propone il DSM: i risultati conseguiti in test standardizzati devono essere significativamente inferiori all’età del bambino, al grado di istruzione e (come abbiamo già detto) al livello di intelligenza. Questo significa che la diagnosi di DSA può essere fatta solo sulla base di test standardizzati, che dispongano cioè di norme di riferimento ottenute su ampi campioni di soggetti, e che permettano di fare un confronto.

Pertanto non è sufficiente che il bambino “rimanga indietro” o che abbia difficoltà varie nello studio per affermare che si tratta di DSA. L’apprendimento, infatti, è un processo difficile, che richiede energie e tempo per potersi realizzare e ogni bambino è unico in questo suo percorso.

Ci sono bambini molto veloci e bambini più lenti, bambini che arrivano in prima e sanno già scrivere e leggere alcune parole, altri impiegheranno tutto l’anno per imparare le lettere dell’alfabeto. Quello che caratterizza il bambino con DSA è che il tempo di apprendimento è molto più lungo e soprattutto che le difficoltà e gli errori permangono. Sembra che il bambino non riesca ad imparare.

Questo ci porta al punto 3, i DSA sono disturbi che emergono fin dalle prime fasi dell’apprendimento. Spesso il bambino ha mostrato precedenti problemi di linguaggio, di coordinazione della motricità fine, goffagine, di orientamento nello spazio. In ogni caso le difficoltà più rilevanti si presentano con l’ingresso a scuola e soprattutto dal terzo anno delle elementari interferiscono  notevolmente con la vita del bambino e della famiglia.

Cosa fare

Quando un genitore o un insegnante nota che il bambino ha delle difficoltà particolari ad acquisire una delle abilità citate, è utile che si rivolga ad un professionista. Sebbene la DIAGNOSI possa essere confermata solo al termine della 2° elementare (per la dislessia) e della 3° elementare (per la discalculia) è importante riconoscere precocemente il problema e implementare un intervento mirato e specifico.

Come riconoscerli: Dislessia evolutiva

Quando un bambino presenta da subito difficoltà a scuola:

fa fatica a imparare a leggere,

scambia frequentemente lettere simili (b-d; p-q),

continua per molto tempo a convertire le singole lettere in singoli suoni e non riesce a formare la parola.

In particolare se al termine della 1° elementare il bambino mostra:

¢  difficoltà nell’associazione fonema-grafema e/o grafema-fonema (suono e segno scritto)

¢  mancato controllo sillabico

¢  eccessiva lentezza

¢  incapacità a scrivere le lettere in stampato maiuscolo (riconoscibili)

 

Disortografia e disgrafia

La disortografia, spesso associata alla dislessia, riguarda le regole di conversione fonema-grafema e soprattutto le regole ortografiche. Il bambino con disortografia commette errori con le doppie, con l’accento, con l’H e nella separazione e fusione delle parole.

Mentre la disgrafia riguarda il tratto grafico, con scrittura poco leggibile, difficoltà di coordinazione della mano, prensione della matita atipica ed estrema lentezza.

Discalculia

Infine la discalculia riguarda il calcolo e i concetti legati alla quantità. Al termine del primo anno di scuola il bambino con sospetto di discalculia mostra ancora

¢  difficoltà nella comprensione di piccole quantità,  

¢  problemi nella lettura e scrittura di numeri entro il 10

¢  problemi nel calcolo orale entro la decina (anche con oggetti)

¢

In questi casi è necessario un approfondimento presso i servizi e l’opportunità di un intervento mirato (anche prima della diagnosi).

Benché, infatti, i DSA dipendano da fattori congeniti non modificabili, nella maggior parte dei casi e in misura dipendente dalla gravità del deficit, si riducono con adeguati interventi abilitativi e corrette procedure educative.

Secondo la Consensus Conference il trattamento rivolto ad un bambino con DSA si deve proporre di:

¢  favorire la migliore evoluzione delle competenze in esame, nonostante la presenza di uno specifico deficit

¢  fornire strumenti e strategie per poter apprendere attraverso “strade alternative a quella deficitaria”

¢  “gestire” nel modo migliore la situazione di difficoltà

¢  evitare che si sviluppino altre forme di disagio (scarsa autostima, rifiuto della scuola)

 

In questa ottica è importante pertanto affiancare all’intervento riabilitativo e di sostegno delle abilità, gli strumenti compensativi e dispensativi e soprattutto un intervento metacognitivo, che insegni ai ragazzi ad affrontare e gestire in modo consapevole e strategico le difficoltà incontrate a livello di apprendimento e studio.

Approvata la legge sui DSA

http://www.aiditalia.org/it/e_stata_approvata_la_legge_sulla_dislessia.html