I bambini imparano a comunicare e a parlare in tempi molto brevi. Il ruolo della famiglia e di chi si occupa del bambino è quello di fornire al bambino le condizioni più favorevoli per imparare a parlare:
1- creare routine (sequenze di gioco) il più possibile frequenti e centrate sullo scambio comunicativo e linguistico, tipo “bubù settete”
2- è importante che la struttura del gioco sia sempre la stessa, per incrementare la prevedibilità della sequenza
3- il bambino che prevede la sequenza, può partecipare in modo attivo
4- proporre al bambino materiali di uso comune: animali, oggetti della casa, cibo, veicoli, abbigliamento (per l’apprendimento dei NOMI), ma anche telefoni per simulare conversazioni, marionette o pupazzi per simulare le relazioni familiari e le attività quotidiane (il papà, la mamma e i nonni che organizzano una festa).
5- iniziare dagli 8-9 mesi con i libri illustrati, per favorire la narrazione e un linguaggio ricco
Per favorire l’acquisizione dei NOMI è importante nominare un oggetto mentre il bambino lo STA GUARDANDO, non è utile proporre troppi oggetti o cercare di catturare la sua attenzione se è impegnato in altre attività.
- Seguire l’attenzione del bambino e nominare l’oggetto anche ripetutamente, inserendolo in frasi:
Il cane! Vedi che bello questo cane? Com’è questo cane? E’ marrone…
Per l’acquisizione dei VERBI va denominata l’azione che SI STA PER compiere: gioco di far finta con le pentoline:
Adesso prendiamo la pentola, prendiamo la pasta e la mettiamo dentro la pentola. Mamma poi gira bene la pasta.: gira, gira, gira…
È importante utilizzare un linguaggio ridondante, con molte ripetizioni. Comunicate faccia-a-faccia, posizionandovi al livello del bambino per mantenere il contatto visivo e per riconoscere le espressioni facciali, i gesti e i movimenti (inutile parlare nell’altra stanza o dando le spalle).
È utile poi seguire l’interesse del bambino, farsi guidare e commentare il gioco comune, fare una sorta di telecronaca. Così il bambino potrà legare più facilmente la parola al suo referente (oggetto o azione).
Parlate con un ritmo lento, fate delle pause per permettere al bambino di rispondere o di proporre un argomento (non abbiate fretta di finire!). Non utilizzate frasi troppo lunghe e difficili, utilizzare invece molti gesti.
Segnalate comunque al bambino di aver colto e compreso il suo messaggio, anche se solo gestuale, e lodate le sue competenze.
Preferite domande aperte, che stimolano l’uso di parole nuove, oppure offrite la possibilità di scegliere tra due oggetti.
Imitate ed espandete le espressioni del bambino: se il bambino dice ETTO PELLO il genitore può fornire la versione corretta e ampliata QUESTO CAPPELLO è DEL NONNO, VERO? Fornite sempre il modello corretto, ma non chiedete al bambino di ripetere.
E se il bambino non parla?
Ci sono bambini che presentano difficoltà nell’acquisire il linguaggio, i quali meritano un’attenzione speciale: i cosiddetti Parlatori Tardivi.
I bambini Parlatori Tardivi apprendono nuove parole con un ritmo molto più lento, a 24 mesi utilizzano meno di 50 parole e ne imparano solo 10-15 in un mese.
In questi casi dobbiamo rivolgerci ad uno specialista per monitorare lo sviluppo linguistico mese per mese, attraverso una lista di parole prodotte
Gli studi ci dicono, infatti, che circa il 50% dei bambini Parlatori Tardivi dopo i 30 mesi recupera il ritardo linguistico e raggiunge i coetanei. Ma l’altra metà dei bambini mostra ancora un ritardo: con produzione di parole in successione, assenza di elementi morfologici (congiunzioni, connettivi, avverbi), prevalenza dei nomi sui verbi, linguaggio poco comprensibile ai non familiari simile a quello di bambini piccoli.
Quindi:
Se a 24 mesi il bambino non parla > consultare lo specialista per monitorare lo sviluppo, intanto usare le strategie facilitanti
Se a 30 mesi il vocabolario è ancora ridotto e non ci sono frasi > effettuare una valutazione approfondita dello sviluppo
Se a 36 mesi il ritardo persiste > trattamento
L’intervento effettuato tra i 3 e i 6 anni ottiene l’80% di risultati subito, dopo i 5 anni ottiene il 50% dei risultati in otto anni.
Inoltre un bambino con disturbo specifico di linguaggio potrebbe avere difficoltà ad apprendere a leggere e a scrivere.